L’importatore con energia da vendere

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L’importatore con energia da vendere

Rapporti di lunga data con i produttori asiatici, versatilità e 1.200 pannelli fotovoltaici sul tetto dell’azienda: sono gli assi nella manica di Silicon

Il promozionale era ancora lontano dai piani di Stefano Di Saverio allorché nel 1984 vide la luce Silicon, l’azienda di Teramo (con ufficio operativo a Milano) che tuttora egli dirige. Nell’orizzonte dell’imprenditore allora 25enne c’erano piuttosto l’elettronica e gli orologi, che Di Saverio importava dall’Estremo Oriente e distribuiva alle gioiellerie italiane con il brand Regolo.

 

Tutto questo fino allo scorcio degli anni 90, quando la telefonia mobile iniziò a strappare quote di mercato in maniera sempre più arrembante ai segnatempo da polso, ormai ritenuti da molti un inutile duplicato delle funzioni integrate nei cellulari.

 

“La mia fortuna in quel frangente – ricorda Di Saverio – è consistita nel fatto che tutti quegli orologi venivano assemblati a Hong Kong, che in quel momento era l’unica porta sul mercato cinese. Abbiamo così iniziato a proporre altri articoli, in particolare i cappellini che ci hanno aperto le porte del promozionale. Fecero poi seguito gli ombrelli, gli zainetti e le borse, senza contare che gli stessi orologi avevano trovato una loro nicchia in quel canale. Quella diversificazione ci ha mantenuti sul mercato, chi invece è rimasto con il monoprodotto è oggi sparito”.

 

Pur forti di un portfolio di prodotti molto ampio, ben compendiato dalle circa 400 pagine del catalogo Silicon, Di Saverio e i suoi soci (che poi sono i suoi familiari) hanno dovuto fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita da parte delle multinazionali, di cui emulano metodiche e innovazioni.

 

Così, se prima Silicon era importatore e distributore “puro”, nel nuovo millennio l’azienda si è dotata di un impianto interno per le personalizzazioni, con due grafici in-house. La tecnologia d’elezione è quella laser; non manca comunque una piccola serigrafia per eventuali campioni e urgenze, seppure la norma consista nell’esternalizzare a stampatori terzi.

 

Nell’approccio sostenibile Silicon è però antesignana: “Sul mio capannone – sottolinea l’ad – ho posizionato non ieri, ma nel 2011 ben 1.200 pannelli fotovoltaici, il mio impianto mi rende non solo autonomo sull’energia ma mi consente anche di venderla all’Enel. La nostra vocazione ecologica trova la sua espressione più compiuta nella linea Save the Planet del catalogo Silicon: articoli realizzati con materiali sostenibili, dall’Rpet all’alluminio e acciaio riciclati. Oggi, su 10 articoli nuovi che inseriamo, almeno sette sono fatti con questi materiali”. Senza contare i vantaggi per l’ambiente che derivano dall’adozione di tecniche come il drop shipping (Amazon docet), con consegna del prodotto stampato direttamente al cliente e non all’agenzia, senza inutili trasporti e triangolazioni.

 

Superata la crisi Covid, oggi Silicon è un’azienda da circa 12 milioni di fatturato e con 28 dipendenti, numerosi collaboratori esterni e un raggio d’azione che si estende ben oltre i confini italiani.


Ma la voglia di crescere è ancora tanta: “Nel nostro futuro vediamo investimenti rivolti soprattutto al digitale – spiega Stefano Di Saverio –, la piattaforma di Silicon è un continuo cantiere aperto e si comincia a parlare di AI per rendere la ricerca dei prodotti sempre più efficace. La nostra è un’azienda che ha sempre investito, e lo farà fino all’ultimo giorno”.