Si fa un affare quando si acquista

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Scenari

Si fa un affare quando si acquista

Da dove partire per avviare un’attività serigrafica di livello, facendo investimenti mirati e adatti per uno sviluppo nel settore? Serve guardare il mercato e munirsi delle macchine adeguate, puntando l’attenzione del cliente sulla qualità e non solo sul prezzo finale 

di Angelo Barzaghi, Fondatore e docente dell’Accademia Serigrafica

www.accademiaserigrafica.com

 

Si pensa sempre che l’affare si faccia quando si vende. In realtà, il momento dell’acquisto è determinante per ottenere quanto più possibile dall’investimento che si sta mettendo in atto. Nella serigrafia non è diverso, anzi.

Acquistare bene significa ottenere, da subito, ritorni importanti sull’investimento fatto. E allora da dove partire per avviare un’attività nel campo della serigrafia e della personalizzazione in genere? E come farlo per non rischiare di ritrovarsi, dopo poco tempo, a inventarsi sistemi per stampare su macchine non idonee o, peggio ancora, per non trovarsi rinchiusi in un sistema che non ha possibilità di sviluppo? Ovviamente ciò che stiamo dicendo serve qualora si volesse fare serigrafia seriamente o fare un passo avanti verso una situazione più strutturata.

 

Mercato, spazi e macchine

La strada da seguire è quella della professionalità, scegliendo i canali migliori e più competenti, informandosi, documentandosi e partendo dalla formazione professionale, staccata da ogni tipo di interesse commerciale. Non perché chi vende macchine e prodotti non sia affidabile, ma perché spesso affidarsi a un sistema, grande o piccolo che sia, può diventare controproducente e limitante.

Senza entrare in situazioni specifiche, possiamo far emergere quello che dovrebbe essere il metodo di approccio per un inizio attività fatto in modo consapevole e attento.

Il primo passo è quello di decidere a quale mercato ci si vuole rivolgere. Spesso, invece, ci si sofferma sull’attrezzatura da usare e non sul cliente a cui vendere un prodotto. Iniziare dalla fine non sempre fa bene alla salute e alla vita dell’azienda.

Una volta scelto il mercato, occorre sapere come organizzarsi sia per gli spazi sia per le infrastrutture: aprire un laboratorio di serigrafia vuol dire anche conoscere le normative e capire a chi e come richiedere i permessi per l’agibilità dei locali, così come occuparsi correttamente della gestione dei rifiuti speciali e della qualità dell’ambiente di lavoro.

Prevedere – purtroppo sono pochi quelli che lo fanno – cosa può avvenire con uno sviluppo rapido, come, per esempio, cosa può ‘provocare’ l’inserimento di una macchina per asciugare in termini di utilizzo di energia elettrica. E questo è solo un cenno alle varie possibilità che possano verificarsi. Quindi è fondamentale scegliere le attrezzature giuste, quelle più idonee per il mercato a cui ci si vuole rivolgere.

 

Non guardare solo il prezzo

In Italia, ormai, serigrafia significa t-shirt e accessori per abbigliamento; il risultato? Beh, tutti vanno verso una direzione, il mercato si satura e, inevitabilmente, si concentra sul dato che può diventare una trappola: il prezzo.

Serigrafia non è solo abbigliamento, ma comprende infinite possibilità anche partendo in piccolo. Certo, se si pensa al settore del tessuto occorre prediligere le macchine più adatte; diversamente, se si decide di rivolgersi al mercato della grafica (adesivi, vetro, legno, metallo, carta, persino transfer) l’attrezzatura avrà una natura completamente diversa. Per concludere è giusto precisare che grafica significa macchine piane, con piano aspirante e strutture per l’asciugatura degli inchiostri dedicate; tessile, invece, significa giostra, con stazioni di asciugatura intermedia e forni adeguati al tipo di inchiostri che si utilizzeranno.