Finitech Italia, perché la stampa è femmina

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Finitech Italia, perché la stampa è femmina

A Pederobba, in provincia di Treviso Consuelo Muredda progetta e programma macchine per la stampa con le tecnologie apprezzate dal mercato e dal mondo della moda. Utilizzando un unico inchiostro di produzione propria, adatto per materiali sia duri sia flessibili

Come in ogni altro campo dell’attività umana, anche nel fare impresa la cosa più importante (e anche più difficile) è trovare una buona idea. Un’idea giusta può smuovere le montagne, trasformare in realtà le fantasie più visionarie o, declinando il discorso nelle tematiche care a PTE, stampare un motivo su un tessuto. Anche fuori scala, in modo tale da farlo sembrare un’opera artigianale anziché frutto di un processo industriale.

 

È quanto è riuscita a fare Consuelo Muredda, titolare di Finitech Italia, azienda di Pederobba (Treviso) specializzata in soluzioni per la stampa digitale. All’inizio erano ben in pochi a darle credito sulla possibilità di stampare gli oggetti ad altezze maggiori di quelle fino allora consuete: “Ricordo bene – racconta Muredda – che sette anni fa, agli esordi di Finitech, presso una fiera specializzata un espositore reagì con scetticismo, anzi producendo una sonora risata, al mio proposito di riuscire a stampare direttamente su una scatola di dimensioni cospicue”. Consuelo Muredda l’accolse come una sfida, una delle tante che lei aveva sempre preso come slancio, già dalla prima start-up avviata dall'allora diciottenne studentessa di Industrial Design, cercando invano di coinvolgere in un progetto del tutto innovativo per l'epoca, una decina di colleghi del Politecnico milanese (“...loro erano titubanti - ricorda la manager -, eravamo giovani e servivano soldi; ma io avevo un sogno e poca voglia di arrendermi. Sono andata avanti da sola”), fino alla guida di Finitech Italia, azienda che non nasconde le sue intenzioni di espandersi internazionalmente, come suggerisce quell'”Italia” apposto alla ragione sociale.

 

“L’intuizione vincente – spiega Muredda - fu quella di trasformare le stampanti da plotter a flatbed complete, con braccio stampante su piano fisso e opzione rotativa integrata: operazione molto delicata in quanto una simile rifunzionalizzazione non doveva assolutamente andare a discapito della precisione”. Attraverso la scelta oculata della componentistica di cui avvalersi e, in particolare, di cinghie e viti senza fine di fabbricazione tedesca, anche questo scoglio poteva dirsi superato.

 

Lungi dall’adagiarsi sugli allori, la manager di Finitech Italia osserva con attenzione l’evolversi delle tecnologie di stampa e, all’avvento delle macchine uv, si avventura in un nuovo progetto: quello di creare da sé i propri inchiostri. “Il vantaggio è duplice – puntualizza Consuelo Muredda -, producendoli da noi abbiamo piena consapevolezza riguardo la loro composizione, mentre gli inchiostri di terze parti risultano spesso estremamente maleodoranti… a dire il vero, una leggera componente odorosa abbiamo poi dovuto aggiungerla poiché la normativa ce li bocciava per il rischio che qualcuno potesse berli. In secondo luogo, possiamo evolvere gli studi per adattarci alle richieste del mercato e dell'ambiente: per esempio i nostri inchiostri uv sono ad acqua, inoltre, la nuova formulazione consente di stampare su superfici sia rigide sia flessibili con un unico prodotto, dagli specchi, al cuoio fino ai pneumatici. Abbiamo realizzato formulazioni compatibili tra loro, ossia il cambio tra i diversi tipi dei nostri inchiostri (rigidi, ibridi o flessibili) non necessita di lavaggio macchina, cosa per il cliente si traduce in risparmio di tempo, costi e consumi”.

 

In termini di macchine, il know how di Finitech si traduce nei modelli della linea Bravo-jet e non solo, progettati dalla stessa Muredda (che ne programma anche i software) e assemblati avvalendosi di componentistica di alta qualità, dalle scocche e schede elettroniche realizzate in stretta collaborazione con la Cina, alle già citate cinghie made in Germany, alle teste di casa Epson, fino agli strumenti di misurazione e precisione Sharp. Alla tecnologia uv con il tempo si è aggiunta quella a trasferimento digitale (dtf), ideale per la stampa indiretta su tessuto e altri materiali: “Nella categoria dtf – sottolinea con orgoglio Muredda - Finitech ha realizzato Bravo-Dtf 603, unica nell’offrire nella stessa macchina la stampa di bianco, colori e colori fluo in un unico passaggio, assecondando in questo anche le ultime esigenze del mondo della moda”.

 

Sebbene poi la manutenzione delle macchine Finitech sia semplice, essendo state lasciate intenzionalmente aperte, un ulteriore fiore all’occhiello dell’azienda trevigiana è l’assistenza post vendita: essa prevede tra le altre cose l’attivazione di un servizio su Whatsapp per consigliare il cliente non solo nel troubleshooting tecnico ma anche su altre questioni (persino sui prezzi da poter proporre) e dura per l’intero ciclo di vita della macchina.