Alla riscoperta dei valori perduti

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Alla riscoperta dei valori perduti

Dai prodotti eco-green alla tendenza a ridisegnare i rapporti tra clienti e fornitori in chiave digitale. Le aziende interpellate, Ser.Com, AD Selection e Below the Sign, sono concordi sui nuovi trend e sull’uso intelligente della digitalizzazione

di Stefano Belviolandi

 

Bisogna reagire repentinamente ai cambiamenti, anticipando le tendenze di una nuova normalità che, di fatto, ha riportato in auge quei valori che da sempre hanno accompagnato la vita di tutti ma, spesso, dati per scontati come libertà, salute, sport, viaggi, cucina... La pandemia e il lockdown hanno fatto riemergere queste esigenze e, come conseguenza, hanno puntato l’attenzione anche sugli intermediari che si occupano di articoli promozionali legati a questi filoni. Di certo si sono modificate le richieste del mercato e si è evoluto il monitoraggio verso i clienti e i fornitori, oltre alla maggiore domanda di accessori ecosostenibili, all’esplosione del digitale e alla tecnologia, quest’ultima tornata in auge tra i trend degli oggetti promozionali dopo un periodo nel quale «tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 stava avendo una leggera flessione», ricorda Marco Zaffignani, socio e direttore generale di Ser.Com.

 

Sì al digitale ma con equilibrio

Dunque, se fino a poco tempo fa, era indispensabile aprire la trattativa visitando i clienti e facendo toccare con mano prodotti e progetti attraverso un’esperienza di contatto, oggi ha prevalso la tecnologia con gli incontri virtuali, ma questo ha lasciato scoperto un nervo: la consulenza e la fiducia. «Entrambi sono difficili da instaurare con i clienti e richiedono anche molto tempo. E lo strumento digitale, afferma Diego Testi, socio amministratore di AD Selection – non sempre è la soluzione per creare relazioni efficaci e destinate a durare. Stiamo lavorando per poter arrivare a un punto di equilibrio tra modalità tradizionali e digitali, in una doppia visione: sia nel nostro modo quotidiano di approcciare i clienti, sia nella tipologia di prodotti, servizi e progetti offerti, che verranno poi condivisi con gli utilizzatori finali».

Anche Alberto Minnone, amministratore e responsabile marketing e vendite di Below the Sign, ha sottolineato come il principale cambiamento sia stato nel rapporto tra clienti e fornitori e come, all’inizio della pandemia, sia stato complicato gestirlo in modo esclusivamente virtuale. Tutto questo, però, ha portato l’azienda a virare verso il digitale. Come? «Abbiamo deciso di sviluppare alcune aree tecnologiche per offrire un servizio migliore e rendere più smart l’intero processo commerciale, tra queste un nuovo E-shop, la Blockchain, la stampa 3D e un nuovo portale area riservata. L’E-Shop – spiega Minnone – nasce con l’intento di dare soluzioni semplici e immediate per specifici acquisti express, la Blockchain è un notevole valore aggiunto in tema di scambio di informazioni, la stampa 3D permette la prototipazione rapida e, infine, il portale area riservata è un’area customizzata e personalizzata per il cliente».

 

I trend premiano il made in Italy

Posto che il periodo ha dimostrato come le aziende non possano più permettersi di essere «passive e aspettare», come sostiene Zaffignani, ciò che lo stesso sottolinea come trend è la creatività e l’ambito della sostenibilità, peraltro condiviso anche da AD Selection e Below the Sign. I brand oggi preferiscono gadget eco-green dove «l’estetica e la funzionalità siano a stretto contatto», sottolinea Minnone; gli fa eco Testi il quale aggiunge, a questa tendenza, anche l’utilità e la durevolezza nel tempo. Infine, un dettaglio interessante: il made in Italy. «Sempre più imprese scelgono, per le loro campagne, di sostenere aziende italiane, optando per oggetti realizzati sul nostro territorio», conclude Minnone.